mercoledì 27 febbraio 2013

Pro Lombardia Indipendenza: considerazioni sulle elezioni lombarde.


Si son concluse le elezioni per il rinnovo della Giunta di Palazzo Lombardia, con la vittoria della coalizione guidata da Roberto Maroni, nuovo Presidente della Regione Lombardia.
Quale sarà il futuro della Lombardia? Al momento è presto per dirlo, ma possiamo fare delle considerazioni in merito:
il programma elettorale del candidato vincente è basato sul concetto di “Macroregione”, ovvero creare un organo intermedio di governo che unisca e rappresenti Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli; questa “macroregione”, come dichiarato da Maroni in più riprese, dovrà “trattenere almeno il 75% delle tasse che versiamo a Roma”.
A riguardo, riserviamo molti dubbi: per far riconoscere ufficialmente questo organo di governo dallo Stato italiano è necessario modificare la Carta Costituzionale vigente; è praticamente impossibile che tutti i parlamentari lombardi, veneti, piemontesi e friulani votino a favore per la creazione di questo organo, mentre è assolutamente certo che i restanti deputati e senatori voteranno contro.
La prossima Giunta lombarda comunque non deve fare il gravissimo errore di focalizzare la propria attività su questo unico progetto, ma portare avanti anche le proposte contenute nel nostro manifesto programmatico “Lombardia, cambiare strada in otto passi”. La Lombardia con il suo desiderio di autogoverno non può attendere anni invano vedendosi poi bocciare una proposta già difficilmente realizzabile in partenza come la “Macroregione”, stiamo vivendo una crisi economica, civile e culturale di enormi dimensioni.
Il nostro manifesto programmatico è stato firmato da due candidati risultati eletti come consiglieri: Fabio Rolfi per la Lega Nord, partito facente parte della coalizione vincente, e Corrado Tomasi, per il Partito Democratico, in opposizione.
Chiederemo quindi ad entrambi di rendere operativi gli impegni presi con il nostro movimento, ma non ci limiteremo a questo: esporremo il manifesto programmatico a tutti i restanti consiglieri eletti, cercando nel frattempo il supporto del popolo lombardo.
La nostra propaganda politica non è limitata al periodo di propaganda elettorale, ma è continuativa per tutto l’anno.








I nostri otto passi per far cambiare strada alla Lombardia.


1. Referendum per l’indipendenza – Primo e imprescindibile punto delle richieste che il nostro movimento porrà ai candidati: riteniamo fermamente che la Lombardia sia del tutto degna di essere uno Stato proprio, e quantomeno i lombardi son degni di poter decidere liberamente del proprio destino, senza “dogmi” e senza restrizioni di sorta. La nuova Giunta deve quindi dare loro la possibilità di potersi esprimere in un apposito referendum da tenersi prima della scadenza elettorale della stessa, istituzionalizzando immediatamente decisa la data, un Comitato per il “Sì” e uno per il “No” alla prossima consultazione.
2. Democrazia diretta e civiltà comunale – Una delle peculiarità della Lombardia è l’essere nata da un patto civico tra liberi Comuni, l’istituzione più vicina ai bisogni di ogni cittadino; da più di centocinquanta anni a questa parte, l’istituzione comunale ha subìto gravissime mutilazioni e limitazioni, e il potere politico è stato completamente assorbito da istituzioni lontane, spesso antidemocratiche. Vi è quindi la necessità che l’attuale istituzione che si fregia del nome di “Lombardia” debba quantomeno farsi garante dei bisogni e dell’autonomia dei propri Comuni, non indugiando a prendere le loro difese da qualsiasi altra istituzione extra-lombarda. Per una corretta istituzione degli strumenti cardine della democrazia diretta, inoltre, la stessa Giunta dovrà creare tramite un ente di coordinamento per tutti i Comuni che li intenderanno inserire correttamente nel proprio Statuto.
3. Lombardia in Europa e nel mondo – La Lombardia è degna di essere Stato, ma il lavoro di darle adeguata pubblicità a livello mondiale non deve necessariamente attendere la dichiarazione di indipendenza, specialmente visto l’evento EXPO 2015 alle porte. Ricerca di nuovi investitori internazionali e di nuovi turisti non devono far dimenticare l’importante processo di autodeterminazione di molti Popoli senza Stato attualmente in corso in Europa e non, ponendo la Lombardia come prossimo interlocutore e ospite in tutti questi ambiti.
4. Più energia alla Lombardia – Le nostre imprese e i nostri consumatori devono purtroppo pagare un prezzo abnorme per l’approvvigionamento di energia. Essendo una tematica di importanza vitale per l’economia e per il consumo privato, la prossima Giunta deve farsi parte attiva e propositiva di iniziative volte a favorire la ricerca della soluzione di questo problema.
5. Più sicurezza alla Lombardia – Con il termine “sicurezza” non si vuole indicare una militarizzazione forzata del territorio lombardo, vi sono molte variabili da considerare e problemi da affrontare: per esempio il problema dei Vigili del Fuoco, costretti ad operare sotto organico grazie al metodo di arruolamento su base italiana e con mezzi inadeguati (non a caso i reparti meglio organizzati si trovano in Valle d’Aosta e in Sudtirol, dove il Corpo è organizzato autonomamente da quello italiano). Imprescindibile, inoltre, la lotta alle organizzazioni criminali italiane, istituendo una Commissione permanente che vigili anche sull’operato della stessa Giunta.
6. Trasporti e mobilità – La Lombardia è da sempre terra di produzione e commercio; per rispettare questo ruolo sono necessarie infrastrutture adeguate ma che rispettino nel contempo il nostro patrimonio ecologico. Nessun progetto di nuova autostrada, per esempio, dovrebbe venir approvato senza una consultazione popolare in merito, esattamente come succede nella vicina Confederazione Elvetica.
7. Lotta alla tassazione italiana e più lavoro per la Lombardia – In tutti gli indicatori economici viene evidenziato l’assurdo peso della tassazione italiana sull’economia lombarda e sui cittadini. Posto che la vera e propria liberazione da queste imposizioni fiscali si potrà unicamente avere ad indipendenza ottenuta, la Giunta deve comunque lavorare per la sopravvivenza delle imprese che decidono di operare nonostante tutto in Lombardia, e di quei lombardi che ci lavorano e vivono.
8. Cultura, identità, istruzione – Cosa sarebbe della Lombardia se tenesse nascosto i propri patrimoni, come il Duomo di Milano o la Piazza Ducale di Vigevano? Perché quindi tenere nascosti anche quei patrimoni ancora poco conosciuti come la propria lingua e la propria storica bandiera? L’azione della Giunta si deve spostare verso la valorizzazione di quello che lo Stato italiano ha negli anni nascosto e spesso boicottato.


PRO LOMBARDIA INDIPENDENZA 

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Si son concluse le elezioni per il rinnovo della Giunta di Palazzo Lombardia, con la vittoria della coalizione guidata da Roberto Maroni, nuovo Presidente della Regione Lombardia.
Quale sarà il futuro della Lombardia? Al momento è presto per dirlo, ma possiamo fare delle considerazioni in merito:
il programma elettorale del candidato vincente è basato sul concetto di “Macroregione”, ovvero creare un organo intermedio di governo che unisca e rappresenti Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli; questa “macroregione”, come dichiarato da Maroni in più riprese, dovrà “trattenere almeno il 75% delle tasse che versiamo a Roma”.
A riguardo, riserviamo molti dubbi: per far riconoscere ufficialmente questo organo di governo dallo Stato italiano è necessario modificare la Carta Costituzionale vigente; è praticamente impossibile che tutti i parlamentari lombardi, veneti, piemontesi e friulani votino a favore per la creazione di questo organo, mentre è assolutamente certo che i restanti deputati e senatori voteranno contro.
La prossima Giunta lombarda comunque non deve fare il gravissimo errore di focalizzare la propria attività su questo unico progetto, ma portare avanti anche le proposte contenute nel nostro manifesto programmatico “Lombardia, cambiare strada in otto passi”. La Lombardia con il suo desiderio di autogoverno non può attendere anni invano vedendosi poi bocciare una proposta già difficilmente realizzabile in partenza come la “Macroregione”, stiamo vivendo una crisi economica, civile e culturale di enormi dimensioni.
Il nostro manifesto programmatico è stato firmato da due candidati risultati eletti come consiglieri: Fabio Rolfi per la Lega Nord, partito facente parte della coalizione vincente, e Corrado Tomasi, per il Partito Democratico, in opposizione.
Chiederemo quindi ad entrambi di rendere operativi gli impegni presi con il nostro movimento, ma non ci limiteremo a questo: esporremo il manifesto programmatico a tutti i restanti consiglieri eletti, cercando nel frattempo il supporto del popolo lombardo.
La nostra propaganda politica non è limitata al periodo di propaganda elettorale, ma è continuativa per tutto l’anno.
- See more at: http://www.prolombardia.eu/ca/2013/02/considerazioni-sulle-elezioni-lombarde/#sthash.oaoKqOci.dpuf
Si son concluse le elezioni per il rinnovo della Giunta di Palazzo Lombardia, con la vittoria della coalizione guidata da Roberto Maroni, nuovo Presidente della Regione Lombardia.
Quale sarà il futuro della Lombardia? Al momento è presto per dirlo, ma possiamo fare delle considerazioni in merito:
il programma elettorale del candidato vincente è basato sul concetto di “Macroregione”, ovvero creare un organo intermedio di governo che unisca e rappresenti Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli; questa “macroregione”, come dichiarato da Maroni in più riprese, dovrà “trattenere almeno il 75% delle tasse che versiamo a Roma”.
A riguardo, riserviamo molti dubbi: per far riconoscere ufficialmente questo organo di governo dallo Stato italiano è necessario modificare la Carta Costituzionale vigente; è praticamente impossibile che tutti i parlamentari lombardi, veneti, piemontesi e friulani votino a favore per la creazione di questo organo, mentre è assolutamente certo che i restanti deputati e senatori voteranno contro.
La prossima Giunta lombarda comunque non deve fare il gravissimo errore di focalizzare la propria attività su questo unico progetto, ma portare avanti anche le proposte contenute nel nostro manifesto programmatico “Lombardia, cambiare strada in otto passi”. La Lombardia con il suo desiderio di autogoverno non può attendere anni invano vedendosi poi bocciare una proposta già difficilmente realizzabile in partenza come la “Macroregione”, stiamo vivendo una crisi economica, civile e culturale di enormi dimensioni.
Il nostro manifesto programmatico è stato firmato da due candidati risultati eletti come consiglieri: Fabio Rolfi per la Lega Nord, partito facente parte della coalizione vincente, e Corrado Tomasi, per il Partito Democratico, in opposizione.
Chiederemo quindi ad entrambi di rendere operativi gli impegni presi con il nostro movimento, ma non ci limiteremo a questo: esporremo il manifesto programmatico a tutti i restanti consiglieri eletti, cercando nel frattempo il supporto del popolo lombardo.
La nostra propaganda politica non è limitata al periodo di propaganda elettorale, ma è continuativa per tutto l’anno.
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Si son concluse le elezioni per il rinnovo della Giunta di Palazzo Lombardia, con la vittoria della coalizione guidata da Roberto Maroni, nuovo Presidente della Regione Lombardia.
Quale sarà il futuro della Lombardia? Al momento è presto per dirlo, ma possiamo fare delle considerazioni in merito:
il programma elettorale del candidato vincente è basato sul concetto di “Macroregione”, ovvero creare un organo intermedio di governo che unisca e rappresenti Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli; questa “macroregione”, come dichiarato da Maroni in più riprese, dovrà “trattenere almeno il 75% delle tasse che versiamo a Roma”.
A riguardo, riserviamo molti dubbi: per far riconoscere ufficialmente questo organo di governo dallo Stato italiano è necessario modificare la Carta Costituzionale vigente; è praticamente impossibile che tutti i parlamentari lombardi, veneti, piemontesi e friulani votino a favore per la creazione di questo organo, mentre è assolutamente certo che i restanti deputati e senatori voteranno contro.
La prossima Giunta lombarda comunque non deve fare il gravissimo errore di focalizzare la propria attività su questo unico progetto, ma portare avanti anche le proposte contenute nel nostro manifesto programmatico “Lombardia, cambiare strada in otto passi”. La Lombardia con il suo desiderio di autogoverno non può attendere anni invano vedendosi poi bocciare una proposta già difficilmente realizzabile in partenza come la “Macroregione”, stiamo vivendo una crisi economica, civile e culturale di enormi dimensioni.
Il nostro manifesto programmatico è stato firmato da due candidati risultati eletti come consiglieri: Fabio Rolfi per la Lega Nord, partito facente parte della coalizione vincente, e Corrado Tomasi, per il Partito Democratico, in opposizione.
Chiederemo quindi ad entrambi di rendere operativi gli impegni presi con il nostro movimento, ma non ci limiteremo a questo: esporremo il manifesto programmatico a tutti i restanti consiglieri eletti, cercando nel frattempo il supporto del popolo lombardo.
La nostra propaganda politica non è limitata al periodo di propaganda elettorale, ma è continuativa per tutto l’anno.
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Si son concluse le elezioni per il rinnovo della Giunta di Palazzo Lombardia, con la vittoria della coalizione guidata da Roberto Maroni, nuovo Presidente della Regione Lombardia.
Quale sarà il futuro della Lombardia? Al momento è presto per dirlo, ma possiamo fare delle considerazioni in merito:
il programma elettorale del candidato vincente è basato sul concetto di “Macroregione”, ovvero creare un organo intermedio di governo che unisca e rappresenti Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli; questa “macroregione”, come dichiarato da Maroni in più riprese, dovrà “trattenere almeno il 75% delle tasse che versiamo a Roma”.
A riguardo, riserviamo molti dubbi: per far riconoscere ufficialmente questo organo di governo dallo Stato italiano è necessario modificare la Carta Costituzionale vigente; è praticamente impossibile che tutti i parlamentari lombardi, veneti, piemontesi e friulani votino a favore per la creazione di questo organo, mentre è assolutamente certo che i restanti deputati e senatori voteranno contro.
La prossima Giunta lombarda comunque non deve fare il gravissimo errore di focalizzare la propria attività su questo unico progetto, ma portare avanti anche le proposte contenute nel nostro manifesto programmatico “Lombardia, cambiare strada in otto passi”. La Lombardia con il suo desiderio di autogoverno non può attendere anni invano vedendosi poi bocciare una proposta già difficilmente realizzabile in partenza come la “Macroregione”, stiamo vivendo una crisi economica, civile e culturale di enormi dimensioni.
Il nostro manifesto programmatico è stato firmato da due candidati risultati eletti come consiglieri: Fabio Rolfi per la Lega Nord, partito facente parte della coalizione vincente, e Corrado Tomasi, per il Partito Democratico, in opposizione.
Chiederemo quindi ad entrambi di rendere operativi gli impegni presi con il nostro movimento, ma non ci limiteremo a questo: esporremo il manifesto programmatico a tutti i restanti consiglieri eletti, cercando nel frattempo il supporto del popolo lombardo.
La nostra propaganda politica non è limitata al periodo di propaganda elettorale, ma è continuativa per tutto l’anno.
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Si son concluse le elezioni per il rinnovo della Giunta di Palazzo Lombardia, con la vittoria della coalizione guidata da Roberto Maroni, nuovo Presidente della Regione Lombardia.
Quale sarà il futuro della Lombardia? Al momento è presto per dirlo, ma possiamo fare delle considerazioni in merito:
il programma elettorale del candidato vincente è basato sul concetto di “Macroregione”, ovvero creare un organo intermedio di governo che unisca e rappresenti Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli; questa “macroregione”, come dichiarato da Maroni in più riprese, dovrà “trattenere almeno il 75% delle tasse che versiamo a Roma”.
A riguardo, riserviamo molti dubbi: per far riconoscere ufficialmente questo organo di governo dallo Stato italiano è necessario modificare la Carta Costituzionale vigente; è praticamente impossibile che tutti i parlamentari lombardi, veneti, piemontesi e friulani votino a favore per la creazione di questo organo, mentre è assolutamente certo che i restanti deputati e senatori voteranno contro.
La prossima Giunta lombarda comunque non deve fare il gravissimo errore di focalizzare la propria attività su questo unico progetto, ma portare avanti anche le proposte contenute nel nostro manifesto programmatico “Lombardia, cambiare strada in otto passi”. La Lombardia con il suo desiderio di autogoverno non può attendere anni invano vedendosi poi bocciare una proposta già difficilmente realizzabile in partenza come la “Macroregione”, stiamo vivendo una crisi economica, civile e culturale di enormi dimensioni.
Il nostro manifesto programmatico è stato firmato da due candidati risultati eletti come consiglieri: Fabio Rolfi per la Lega Nord, partito facente parte della coalizione vincente, e Corrado Tomasi, per il Partito Democratico, in opposizione.
Chiederemo quindi ad entrambi di rendere operativi gli impegni presi con il nostro movimento, ma non ci limiteremo a questo: esporremo il manifesto programmatico a tutti i restanti consiglieri eletti, cercando nel frattempo il supporto del popolo lombardo.
La nostra propaganda politica non è limitata al periodo di propaganda elettorale, ma è continuativa per tutto l’anno.
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Si son concluse le elezioni per il rinnovo della Giunta di Palazzo Lombardia, con la vittoria della coalizione guidata da Roberto Maroni, nuovo Presidente della Regione Lombardia.
Quale sarà il futuro della Lombardia? Al momento è presto per dirlo, ma possiamo fare delle considerazioni in merito:
il programma elettorale del candidato vincente è basato sul concetto di “Macroregione”, ovvero creare un organo intermedio di governo che unisca e rappresenti Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli; questa “macroregione”, come dichiarato da Maroni in più riprese, dovrà “trattenere almeno il 75% delle tasse che versiamo a Roma”.
A riguardo, riserviamo molti dubbi: per far riconoscere ufficialmente questo organo di governo dallo Stato italiano è necessario modificare la Carta Costituzionale vigente; è praticamente impossibile che tutti i parlamentari lombardi, veneti, piemontesi e friulani votino a favore per la creazione di questo organo, mentre è assolutamente certo che i restanti deputati e senatori voteranno contro.
La prossima Giunta lombarda comunque non deve fare il gravissimo errore di focalizzare la propria attività su questo unico progetto, ma portare avanti anche le proposte contenute nel nostro manifesto programmatico “Lombardia, cambiare strada in otto passi”. La Lombardia con il suo desiderio di autogoverno non può attendere anni invano vedendosi poi bocciare una proposta già difficilmente realizzabile in partenza come la “Macroregione”, stiamo vivendo una crisi economica, civile e culturale di enormi dimensioni.
Il nostro manifesto programmatico è stato firmato da due candidati risultati eletti come consiglieri: Fabio Rolfi per la Lega Nord, partito facente parte della coalizione vincente, e Corrado Tomasi, per il Partito Democratico, in opposizione.
Chiederemo quindi ad entrambi di rendere operativi gli impegni presi con il nostro movimento, ma non ci limiteremo a questo: esporremo il manifesto programmatico a tutti i restanti consiglieri eletti, cercando nel frattempo il supporto del popolo lombardo.
La nostra propaganda politica non è limitata al periodo di propaganda elettorale, ma è continuativa per tutto l’anno.
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Si son concluse le elezioni per il rinnovo della Giunta di Palazzo Lombardia, con la vittoria della coalizione guidata da Roberto Maroni, nuovo Presidente della Regione Lombardia.
Quale sarà il futuro della Lombardia? Al momento è presto per dirlo, ma possiamo fare delle considerazioni in merito:
il programma elettorale del candidato vincente è basato sul concetto di “Macroregione”, ovvero creare un organo intermedio di governo che unisca e rappresenti Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli; questa “macroregione”, come dichiarato da Maroni in più riprese, dovrà “trattenere almeno il 75% delle tasse che versiamo a Roma”.
A riguardo, riserviamo molti dubbi: per far riconoscere ufficialmente questo organo di governo dallo Stato italiano è necessario modificare la Carta Costituzionale vigente; è praticamente impossibile che tutti i parlamentari lombardi, veneti, piemontesi e friulani votino a favore per la creazione di questo organo, mentre è assolutamente certo che i restanti deputati e senatori voteranno contro.
La prossima Giunta lombarda comunque non deve fare il gravissimo errore di focalizzare la propria attività su questo unico progetto, ma portare avanti anche le proposte contenute nel nostro manifesto programmatico “Lombardia, cambiare strada in otto passi”. La Lombardia con il suo desiderio di autogoverno non può attendere anni invano vedendosi poi bocciare una proposta già difficilmente realizzabile in partenza come la “Macroregione”, stiamo vivendo una crisi economica, civile e culturale di enormi dimensioni.
Il nostro manifesto programmatico è stato firmato da due candidati risultati eletti come consiglieri: Fabio Rolfi per la Lega Nord, partito facente parte della coalizione vincente, e Corrado Tomasi, per il Partito Democratico, in opposizione.
Chiederemo quindi ad entrambi di rendere operativi gli impegni presi con il nostro movimento, ma non ci limiteremo a questo: esporremo il manifesto programmatico a tutti i restanti consiglieri eletti, cercando nel frattempo il supporto del popolo lombardo.
La nostra propaganda politica non è limitata al periodo di propaganda elettorale, ma è continuativa per tutto l’anno.
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