martedì 10 luglio 2012

Anci Lombardia: se non ci fosse il Patto di Stabilità i Comuni lombardi spenderebbero il quadruplo.

Quali sono gli effetti negativi della riforma finanziaria.

Se non ci fosse il Patto di stabilità i Comuni spenderebbero il quadruplo.

Ifel, la Fondazione di Anci per la finanza e l’economia locale, ha organizzato lo scorso maggio un convegno di due giorni dedicato al federalismo.

Nel corso dell’evento è intervenuta Silvia Scozzese, Direttore scientifico di Ifel, che ha presentato l’indagine “Chi paga la manovra?”. Il contenuto del lavoro presentato dalla Scozzese è stato sinteticamente riassunto dal direttore di Ifel con queste parole: “senza il vincolo del Patto di Stabilità, e con lo sblocco delle diverse giacenze, il comparto dei Comuni potrebbe realizzare nel 2012 una spesa di 20 miliardi, il quadruplo rispetto a quella attualmente consentita”.
Dai dati e dalle osservazioni presentate è emerso che le manovre finanziarie, unite al Patto di stabilità interno, rappresentano, oggettivamente, un metodo poco efficace che tra i suoi effetti più distorsivi ha fatto salire da 7,4 a 14 miliardi di euro il contributo effettivo del comparto dei Comuni al risanamento dei conti pubblici: un quarto del totale della pubblica amministrazione. Silvia Scozzese ha quindi tenuto a precisare che questi elementi non sono frutto “di discussioni teoriche, perché gli effetti di questo tipo di manovra influiscono pesantemente sulla vita dei cittadini”.
E infatti negli ultimi anni “la spesa corrente, ovvero quella utilizzata per i servizi come il welfare locale, è rimasta costante dal 2005: questo vuol dire che i Comuni non sono stati messi nelle condizioni di sostenere le famiglie e il loro accresciuto bisogno di welfare in tempo di forte crisi”. Allo stesso modo “gli investimenti sono scesi in picchiata”. Il tutto mentre, tra il 1997 e il 2011, “il deficit del comparto dei Comuni si è ridotto dall’1,6 all’1,1% mentre cresceva del 50%, dal 2,7 al 3,9, quello dell’intero comparto della pubblica amministrazione”
Ma gli effetti negativi delle manovre finanziarie non si esauriscono qui, anzi da Ifel fanno notare che i diversi
provvedimenti presi in un breve arco di tempo portano al susseguirsi di interventi legislativi sempre meno razionali: esenzioni sempre più frequenti, inasprimento delle sanzioni e penalizzazione dei Comuni che investono sul territorio.
Alla luce di queste considerazioni per i referenti Ifel è quindi parso naturale chiedersi se ci sia consapevolezza, da parte di chi prende le decisioni a livello nazionale, sulle conseguenze che queste stesse decisioni potrebbero causare.
Silvia Scozzese ha pertanto denunciato “la grande difficoltà ad avere un rapporto paritario di confronto con gli altri livelli del governo: manca un luogo reale di condivisione e manca un vero spirito comune federalista”.
In conclusione alla presentazione del rapporto sono quindi state presentate le proposte di Ifel. “Innanzitutto una manovra più equilibrata – ha spiegato la Scozzese – con un metodo che consenta una equa ponderazione del contributo per il risanamento dei conti pubblici tra tutti i livelli di
governo”. Quindi la golden rule: “è una proposta che abbiamo fatto già quattro anni fa, che prevede semplicemente l’equilibrio di parte corrente, con una forte limitazione al
debito. Così facendo i Comuni potrebbero contare su una capacità di programmazione degli investimenti più efficiente”.

pag.44 - Strategie Amministrative (Anci Lombardia)

Nessun commento:

Posta un commento