12.10.11 Marco Della Luna
sabato 15 ottobre 2011
PRONTI ALL’IMPATTO – DEFAULT, EURO, CASTA, di Marco Della Luna
Come ragiona la classe politica? Ragiona così:
«Per fare i nostri interessi abbiamo portato il paese al 50% di pressione fiscale, al declino economico, all’emergenza finanziaria. Che opportunità di profitto ci offre questa situazione? Enormi opportunità. La gente ha paura, quindi può essere indotta a darci altri soldi, altre tasse, e ad accettare altri tagli, per evitare la catastrofe. Noi così facciamo cassa, portiamo all’estero, facciamo quadrare più o meno i conti, rassicuriamo i partners dell’Eurozona, e passiamo l’inverno. L’anno prossimo il problema si ripresenterà e noi metteremo nuove tasse. Quando non sarà più possibile tassare, metteremo ipoteche forzose sul mattone, lo prenderemo come garanzia per altri prestiti, per fare ancora cassa e pagare i btp detenuti dalle banche tedesche e francesi, in modo che ci lasciano continuare a depredare gli italiani. Così tiriamo avanti altri due o tre anni, aiutandoci se serve con elezioni o un nuovo governo, il solito teatrino delle passioni politiche, e poi il paese collassa, passa a gestione diretta franco-tedesca, dopo un poco ce lo ricomperiamo con i soldi messi all’estero, e magari torniamo in sella, amministrando e rubando sotto il potere straniero – non ce ne può fregar di meno.»
In base ai precedenti storici e al comportamento attuale, è assurdo pensare che la classe politica italiana abbia la capacità e l’interesse di risanare e risollevare il paese. Se essa ha un disegno, è un disegno opposto a questo: spennare, poi spennare di più sfruttando l’emergenza. Da quando la crisi incalza, la qualità della sua gestione peggiora, anziché migliorare. Non ha più progetti. Punta solo a far quadrare i conti dell’esercizio in corso. Assurdo è pensare o proporre di trasferire ulteriori risorse, togliendole alla sua vittima, alla società civile. Sa che il sistema è prossimo a saltare e vede che già ora l’UE e la BCE le portano via le leve del potere, la sovranità e la politica monetaria, fiscale, creditizia, previdenziale… Quindi arraffa l’arraffabile. Non può pensare a lungo termine nè ad altro che al proprio lucro.
Logico è pertanto prepararsi al collasso del paese secondo le tendenze già in atto e già avanzate. Il collasso potrà avvenire tra il 2012 e il 2014. La casta cerca di differirlo, per avere il tempo di completare il saccheggio del paese sfruttando le opportunità offerte dall’emergenza. Ma non è detto che vi riesca.
Il collasso può configurarsi come uno sgretolamento, fino alla cessazione, di molti servizi e funzioni pubblici da una parte, e come una crisi monetaria dall’altra parte. La crisi potrà consistere in un tracollo del sistema creditizio, con una drastica rarefazione monetaria (le banche non erogano più credito, mettono tutti al rientro, falliscono) oppure in una drastica svalutazione (del 40-50%) conseguente all’uscita dall’Euro. In entrambi i casi scarseggerà il denaro per pagare gli stipendi, la spesa, le bollette, i mutui, le tasse. Ne deriverà una fortissima recessione, con disoccupazione e crollo della produzione, anche agroalimentare. E’ da aspettarsi il fenomeno della borsa nera.
Per tale scenario è opportuno che le famiglie usino i soldi che hanno per fare scorte di cibo, vestiario, combustibile, utensili, materiale di consumo, anche per contrastare la borsa nera. Una scorta di alimentari sufficiente per un anno costa poco. E’ una soluzione molto più pratica ed economica che comperare e mettere a coltivazione un orto, il quale oltretutto sarebbe facilmente saccheggiabile e scarsamente difendibile.
Altri strumenti per resistere all’impatto li ho indicati nel precedente articolo “Fuga dal Cimit€uro”: le monete alternative locali e le società di mutuo soccorso della legge del 1886. Aggiungo l GAS, o gruppi di acquisto solidale, che sono associazioni di famiglie che fanno convenzioni con produttori agricoli pattuendo di comperare cibo a prezzi modici e di qualità controllata, e garantendo la regolarità dell’acquisto. L’ideale è abbinare il GAS con le monete locali, formando una filiera completa che unisca produttori e consumatori, così da assicurare la circolazione della moneta.
Mai abbastanza evidenziato sarà il pericolo derivante dal fatto che nel paese abbondano organizzazioni criminali armate che, in uno scenario di ridotta capacità di mantenere l’ordine pubblico da parte dello Stato, potrebbero spadroneggiare sul territorio compiendo saccheggi sistematici. L’unico valido contrasto a tali organizzazioni sarebbe l’autodifesa locale auspicabilmente assistita da potenze straniere, nel contesto di una gestione politica dell’Italia che sarà condotta direttamente dall’estero, stante la fine di una credibile e possibile governance nazionale e il sostanziale fallimento del sistema-Italia. Un assetto di protettorato è la destinazione oramai certa per il paese.
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