E
intanto i termini per l'approvazione del Bilancio di previsione 2013
nei Comuni sono ormai alle porte ( 30 novembre 2013 termine ultimo). In
uno Stato civile e normale ad ottobre si dovrebbe parlare di Bilancio di
previsione 2014, invece ancora molti
Comuni sono in difficoltà su questo esercizio finanziario 2013. I dubbi
sono ancora numerosi: l'esatta quantificazione del fondo di solidarietà
comunale; la seconda rata dell'Imu sulle abitazioni principali;
l'autonomia dei Comuni nel manovrare le aliquote dell'Imu; l'istituzione
dell'imposta municipale secondaria,che, stando alle attuali norme
italiane, dovrebbe entrare in vigore nel 2014. Lo stato di salute di
molti Comuni lombardi ha raggiunto livelli di criticità mai visti prima.
Un Bilancio di previsione approvato a novembre non è altro che un
pre-consuntivo. Gli equilibri di bilancio sono legati a poste non ancora
definite e neppure definibili. A ciò si aggiungano i fortissimi limiti
del sempre più assurdo Patto di Stabilità e le difficoltà a pagare le
imprese locali. Le contraddizioni delle norme italiane sono ormai così
tante e sempre più difficili da gestire da parte delle amministrazioni
locali. Ancora per due anni potranno essere utilizzati gli oneri di
urbanizzazione per coprire spese correnti che richiedono però equilibri
strutturali di bilancio.
Per i Sindaci non resta che aumentare ancora le tasse per poter garantire i servizi essenziali delle nostre comunità locali. Una responsabilità troppo grande da
assumersi in questo periodo di crisi.
E così l'8 ottobre scorso il coraggioso Sindaco Renato Modenese ha ufficialmente rassegnato le proprie dimissioni da primo
cittadino di Casale di Scodosia (PD).
«Per fare andare avanti un Comune, e
come ci impone lo Stato italiano, noi sindaci siamo costretti ad aumentare la
tassazione nei confronti dei cittadini. Siamo infatti estremamente
vincolati dal patto di stabilità e non possiamo nemmeno attingere agli
eventuali avanzi di bilancio», così ha dichiarato il Sindaco veneto.
L’unica via d’uscita, per gli enti
comunali, è attingere dalle tasche dei cittadini: «E io sinceramente non
me la sento», ha confessato Modenese, «visto il periodo di crisi in cui
sono costrette a vivere le famiglie e le realtà economiche del
territorio. Per questo mi tiro indietro e rassegno le mie dimissioni».
Il sindaco però non “decade” immediatamente: per legge, le dimissioni
hanno valore effettivo passati i venti giorni, entro i quali il primo
cittadino potrà comunque ritirarle.
C’è chi si chiede se questa
sia stata solamente una provocazione per smuovere l’opinione pubblica o
se effettivamente il sindaco sia deciso a portare fino in fondo questa
drastica decisione. Modenese, sindaco dal 1991 al 2004 e rieletto poi
nell’ultima tornata alla guida di una coalizione di centrodestra.
Visto che lo stato italiano è sempre più sordo nei confronti del forte grido di dolore da parte dei Sindaci di Lombardia e Veneto, il coraggioso Sindaco padovano saprà condurre la battaglia fino in fondo? E voi Sindaci di Lombardia dove siete?
Non ci sono alternative non stiamo qui a raccontarcela: BASTA ITALIA, LOMBARDIA INDIPENDENTE!
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