Il diritto di secessione è il diritto al distacco, che viene
fatto valere come suprema garanzia della propria indipendenza. Voi mi volete sottomettere?
Allora io me ne vado; è il presupposto stesso del contratto.
Io sostengo, che una costituzione in cui il diritto di
secessione, sia implicitamente o esplicitamente escluso, non sarà mai una
costituzione federale, ma una costituzione unitaria. Perché la porta da cui
uscire deve rimanere sempre aperta, magari non la si varcherà mai , ma il
sapere che c’è crea una possibilità di contrattazione che è fondamentale.
Il diritto a secedere è un diritto pre-politico che esiste
al pari del diritto di resistenza come prius rispetto a ogni comunità politica
organizzata. L’utilità pratica di un tale diritto è del tutto evidente, esso
serve a garantire il carattere volontario e consensuale dell’aggregazione
politica.
Un’ordinamento federale è libero se, e solo se, realizza la
propria unione in presenza di strumenti che permetterebbero la cessazione di
questa stessa unione. Inoltre, l’accoglimento del diritto di secessione sta ad
indicare l’irreversibilità del processo federale. Pluralismo e tutela delle
diversità diventerebbero principi intangibili dell’ordinamento giuridico e non
concessioni dei governanti, soggetti quindi agli umori del potere politico. E’
il diritto di stare con chi si vuole e con chi ci vuole. E’ un diritto a monte
di una costituzione e di ogni ordinamento, diritto simile a quello di resistenza
proprio perché naturale, inalienabile e indisponibile da parte del potere
politico.
Se la costituzione diventa tirannica , il diritto di
resistenza è il diritto che automaticamente scatta a favore di tutti i
cittadini, lo stesso vale per il diritto di secessione.
Parole di Gianfranco Miglio
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