Se si analizzano le cause che hanno
traghettato la Lombardia nell’attuale crisi socio-economica e le
conseguenze a cui essa andrà incontro non si possono trascurare
oppurtunità e possibilità che il cammino indipendentista offrirebbe a
tutti i cittadini lombardi.
Di seguito propongo una lista di “perchè” ogni cittadino lombardo dovrebbe definirsi indipendentista:
perché nel mondo in cui viviamo avere
uno Stato è una garanzia e un enorme vantaggio sotto ogni punto di
vista, mentre non averlo è il contrario;
perché essere indipendentista è
l’opzione più vicina alla volontà popolare; “Autonomia” significa
chiedere mentre “Indipendenza” significa decidere. Per la prima occorre
appunto chiedere al Parlamento romano un permesso che va totalmente
contro gli interessi di quest’ultimo e quindi sarà in concedibile,
mentre per la seconda solamente i cittadini lombardi possono imporre la
loro sacrosanta volontà di autodeterminazione armati di carta e e penna;
perché significa partecipare al resto
del mondo con una voce e un voto che esprima la volontà e gli interessi
della nostra società. La Lombardia è uno dei centri nevralgici
dell’economia europea ed è inammissibile che essa non possa partecipare
direttamente alla vita politica europea. Le decisioni sono sempre più
prese al di fuori del quadro dello stato-nazione, quindi restando una
regione italiana il peso e l’influenza della Lombardia risultano nulli;
perché una vera e sana nazione è creata
solamente dalla libera e spontanea aggregazione della popolazione che la
compone. Uno stato nato da guerre di annessione e invasioni poi
forgiato da guerre mondiali e colonizzazione culturale non sarà altro
che un agglomerato di popoli tenuti uniti con la forza per gli interessi
di pochi; i disastri susseguitisi durante tutti i centocinquanta anni
di forzata unità e centralismo imperante sono lapalissiani e sotto gli
occhi di tutti;
perché l’attuale assetto dello stato
italiano rende impossibili delle riforme strutturali che vengano
incontro ai problemi affrontati ogni giorno dai cittadini lombardi.
Queste riforme cozzerebbero contro poteri e clientele dalle quali il
Parlamento romano dipende imprescindibilmente e che quindi risultano
impraticabili. Alla luce di questo è possibile solo la progettazione di
una nuova repubblica ex novo, che non ricada negli stessi errori che
l’esperienza italiana ha prodotto, fondata su una vera e totale
sovranità popolare che garantisca giustizia sociale per tutti;
perché nel mondo odierno i paesi che
funzionano meglio e dove è riscontrata una migliore qualità della vita
sono quelli di piccole dimensioni. Una minore popolazione rende
più semplice l’attuazione della democrazia diretta che di conseguenza
garantisce una gestione più equa, responsabile e trasparente delle
risorse pubbliche, inoltre il senso civico trova un terreno fertile per
espandersi e radicarsi;
perchè ogni popolo che ignora la propria
storia e cultura non saprà mai nulla del proprio presente; lo stato
italiano ha sempre ignorato e relegato in un angolino le varie culture e
lingue locali appartenenti al patrimonio culturale dei popoli che lo
compongono. Dovrebbe essere responsabilità di ogni lombardo conservare e
sostenere la lingua e la cultura che gli appartiene anche per
contribuire al variegato patrimonio culturale che l’Europa offre, nel
quale la cultura lombarda ha tutte le carte in regola per inserirsi; per
permettere tutto ciò è indispensabile l’esistenza di uno stato lombardo
che rappresenti la Lombardia nelle opportune sedi;
perché gestire le proprie risorse e
organizzare la propria società nella più totale indipendenza è il modo
migliore, e se la Lombardia potesse farlo non farebbe altro che
sfruttare appieno il proprio potenziale da sempre zavorrato dal peso e
dalle richieste dello stato italiano;
perché i lombardi per troppi secoli sono
caduti sotto le grinfie dei più disparati dominatori, è ora che essi
ritornino padroni del proprio futuro senza che nessun governo esterno
ne distolga le decisioni e ne condizioni il cammino;
perché in Europa è in atto una crisi
dello stato-nazione che col passare dei decenni sta sempre più
manifestandosi. I grandi moloc da decine di milioni di persone non hanno
più ragione di esistere, essi non sono più in grado di soddisfare i
bisogni e gli interessi dei cittadini che li compongono, i dati parlano
chiaro: nel 1900 esistevano 61 stati nazionali mentre oggi se ne contano
ben 195. Altri popoli in Europa stanno percorrendo la stessa strada,
basti pensare alla Catalunya dove pochi giorni fa un milione e mezzo di
persone sono scese in piazza per l’indipendenza, o alla Scozia dove nel
2014 verrà indetto un referendum per l’indipendenza dal Regno Unito.
Spesso si dice che in Italia siamo indietro sempre su tutto ed è
verissimo, anche in questo campo non abbiamo rivali;
perché questa società ha bisogno di una
completa catarsi per spazzare via il marcio prodotto da centocinquanta
anni di unità. L’unico modo per delegittimare corruzione, mafia, casta e
compagnia bella è quello di staccare la spina al sistema nel quale esse
hanno trovato terreno per radicarsi ed espandersi; inoltre il modo
migliore per combatterle è dare vita a un nuovo sistema amministrativo
dove i gestori della cosa pubblica siano sotto stretto controllo degli
elettori e addirittura esecutori della volontà popolare; in questo modo
essi non potrebbero andare contro gli interessi della collettività e
agire per il bene di pochi;
perché se davvero la Lombardia
diventasse uno stato indipendente avremo finalmente raggiunto una totale
rottura con un triste passato. Ogni tentativo di riforma ha fallito e
illuso i cittadini, non ci sono motivi per i quali convenga ancora
credere nelle favole.
Tutti dovremmo essere indipendentisti semplicemente perché non c’è motivo per non esserlo!
Nicola Di Luca
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