sabato 25 ottobre 2014

Negli enti locali servono dei veri combattenti, e non dei salami tricoloriti.



Fonte: Miglio Verde - La voce degli indipendentisti








di Gilberto Oneto

......La premessa e inoppugnabile verità: la Lega non ha fatto quel che doveva, la Lega ha gettato anni e anni di occasioni.
Quello che il Sindaco di Roma fa finta di fare dovrebbe essere la missione, il dovere, il mestiere di ogni amministratore leghista e autonomista ( ndr. indipendentista punto e stop).
Tutti loro dovrebbero essere lo strumento della ribellione allo Stato italiano, della lotta indipendentista. Invece in troppi vogliono fare la rivoluzione con l'autorizzazione della Questura, come diceva Longanesi ( ndr. l'italiano), e in questo sono campioni di italianità ( ndr. non solo di questo).

Sindaco di Roncadelle (BS)

La conquista di posti di potere locale in un'ottica indipendentista dovrebbe solo servire per scardinare il sistema e per creare consenso. I posti nelle amministrazioni e nella politica dovrebbero essere zeppe e cunei piantati nel muro tricolore per allargare le crepe esistenti e per infilare esplosivi per demolizione. Cinque presidenti di regione, decine di presidenti di province e centinaia di Sindaci, assieme a un'armata Brancaleone di assessori e consiglieri comunali (senza contare ministri e parlamentari) avrebbero dovuto sbriciolare la prigione italiana, picconarne le pareti, scavare tunnel, diroccare bastioni, farne ammutinare la guarnigione e far litigare fra di loro i sorveglianti. Avrebbero dovuto dilatare le contraddizioni del regime italiano fino a farlo implodere, avrebbero dovuto utilizzare ogni strumento a disposizione dei poteri locali per creare consenso e alimentare il fuoco della libertà. Lo hanno fatto?
La prima amministrazione locale leghista è stata nel 1990 quella di Cene (BG) che da 24 anni è guidata da un leghista. Uno si aspetta un paese dove. 1) non ci sia un tricolore, 2) si parli solo bergamasco con sottotitoli in gaì, 3) non ci sia un immigrato in giro a ciabattare, 4) non ci sia un disoccupato, 5) il territorio sia la fotocopia dell'affresco del "Buon Governo" di Ambrogio Lorenzetti, 6) la Lega prenda il 93% dei voti, 7) il Comune abbia denunciato l'illegalità del plebiscito del 1848 e organizzato un referendum per il distacco dalla Repubblica italiana. Nagòt!
Ma non è solo un problema di Cene: in un quarto di secolo c'è stata una processione di tomi eletti da gente che voleva l'autonomia, libertà, pulizia e indipendenza, che si sono diligentemente accomodati sul loro cadreghino, che si sono messi a tracolla la bandoliera giacobina e massonica, e si sono indaffarati a fare quello che hanno fatto gli altri, solo un pochino meglio, ma neppure sempre.
italia, no grazie!

O si va lì con l'intenzione di fracassare tutto o si resta a casa. Il sistema è congegnato bene: coinvolge, assorbe, corrode. Chi non è animato dal sacro fuoco della ribellione e non è inserito in un chiaro e disciplinato progetto di cambiamento radicale viene avviluppato dal sistema che lo blandisce, anestetizza e poi trasforma in un altro pezzo di italianità, di "nostropaesismo". Si fa tanta fatica per conquistare voti e posti che non servono a nulla: tappando le buche delle strade, governando onestamente e rendendosi complici dell'oppressione romana non si fa il bene della nostra gente. Alle nostre comunità non servono esattori più gentili, o sceriffi di Sherwood più onesti: servono legioni di Robin Hood incazzati e dalla mira precisa.
Prendiamo esempio dalla Catalogna: lì si sono utilizzate le risorse locali per fare cultura e propaganda, per creare consenso e per costruire una rete indipendentista. Oggi 938 Comuni su 947 si sono messi a disposizione per il referendum ( ndr.indipendentista) del 9 novembre prossimo. Quanti sarebbero i Comuni padani (ndr. facciamo Comuni lombardi, veneti e così via) disposti a prendere una posizione analoga? Quanti i Comuni leghisti?
Sindaco leghista di Travagliato (BS) a poche ore dalla sua elezione

A prendere il potere locale in questo modo e a comportarsi così non si guadagnano neppure consensi, anzi si perdono per normale logoramento. Spesso lo spettacolo è stato anche più squallido: litigi, compromessi, scissioni, mutande verdi e pasticcini (ndr. e i monumenti a Nerone?). In tutti i paesi che sono stati governati da leghisti, la Lega ha fatto passi avanti? La maggioranza della gente è diventata indipendentista? Se la risposta è no, allora è stato inutile amministrare, non si è fatto quello che è l'obiettivo del partito. Gianfranco Miglio diceva che si dovrebbero perdere tutte le elezioni amministrative con il 49% (farlo tutte le volte che serve per stare col fiato sul collo del potere e per creare consenso) e vincere le politiche ( ndr. direi meglio le regionali) col 51% una volta sola, che dovrebbe essere definitiva.Ad amministrare bene, a tappare le buche e sanare bilanci ci si penserà dopo: ci penseranno amministratori di destra o sinistra secondo quanto decideranno (ndr. direttamente e sovranamente) i cittadini. Ma finalmente liberi e padroni delle nostre scelte, del nostro territorio e delle nostre risorse.
L'italiano Maroni

Per arrivarci bisogna che negli enti locali ci vadano dei combattenti, con  un progetto chiaro e disposti a tutto, e non dei barlafusi infiocchettati di tricolore con salami cacciatorini.


P.S. di Giulio Mattu

Carissimo Oneto tutto vero quello che dici e sottoscrivo in toto ( articolo magistrale). E visto che il movimento leghista non ha più niente a che fare con l'indipendentismo, sempre se ne ha avuto in passato, non sarebbe forse il caso di smetterla poi con i tuoi continui e ripetuti appelli a mamma santissima lega nord-italia? Provare a guardare oltre? Altrimenti si cade in una stancante e perenne contraddizione. Adesso basta!
Basta italia, basta padania!

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