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Un Manifesto per la Libertà del Veneto
Votare per l’indipendenza:
perché i veneti hanno il diritto a decidere sul loro futuro
L’Europa sta cambiando a grande velocità e dopo l’età degli Stati nazionali stanno riemergendo comunità locali che rivendicano il pieno diritto ad autodeterminarsi e dare vita a istituzioni indipendenti. Negli ultimi mesi, i veneti – come prima i cittadini di Catalogna, Scozia, Fiandre e di altre regioni europee – sono diventati attori di un processo di cambiamento. Tale trasformazione porterà gli elettori di questa regione a scegliere, per via referendaria, tra due possibilità:
1) quella di restare in Italia, oppure
2) quella di dare vita a una nuova entità politica, che rinverdisca i fasti della Serenissima.
I firmatari di questo appello invitano le autorità internazionali ed europee a favorire il processo di autodeterminazione avviato il 28 novembre 2012 con l’approvazione – da parte del Consiglio Regionale del Veneto – di una Risoluzione che impegna le massime istituzioni venete a fare tutto il possibile affinché i cittadini possano decidere in merito al loro futuro.
Le norme internazionali riguardanti il diritto di autodeterminazione, che consente per via democratica a una comunità di decidere se restare all’interno di uno Stato o crearne uno nuovo, vanno rispettate al fine di gestire senza tensioni e nel modo più sereno questa fase di cambiamento. La nascita di un Veneto indipendente, attraverso un processo elettorale e dopo avere constatato una volontà in tal senso della maggioranza della popolazione, è d’altra parte da auspicare per varie ragioni.
1. Ogni volta che nasce una comunità politica indipendente – come sarà nel caso del Veneto – si ha un aumento della concorrenza istituzionale e questo in qualche modo permette ai singoli, alle famiglie, alle imprese e ai capitali di “governare i governanti”, dato che i costi di uscita da un ordinamento all’alto diminuiscono con il moltiplicarsi di queste piccole realtà indipendenti. Tutto ciò spinge le classi politiche a ridurre gli sprechi e le inefficienze. Non è certo un caso, d’altra parte, se in ambito fiscale i piccoli Stati hanno generalmente aliquote inferiori rispetto alla media.
2. Le realtà politiche di limitate dimensioni sono per giunta orientate a essere maggiormente aperte al mercato e determinate a integrarsi economicamente con le altre realtà. Mentre i grandi Stati possono illudersi (a torto) di trarre beneficio da una qualche “autosufficienza” in questo o quel settore, le piccole comunità sposano con facilità un’economia liberale.
3. Le dimensioni limitate rendono per giunta più difficile quella particolare “illusione finanziaria” che porta gli Stati moderni a sottrarre poco a molti per dare tanto a pochi, ripetendo però questa operazione in innumerevoli circostanze. In altre parole, nelle realtà estese si radica con maggiore facilità quel parassitismo che ha è all’origine, in tanta parte d’Europa, dei più gravi problemi della finanza pubblica.
Nella storia dell’Occidente, l’avvento degli Stati nazionali è stato accompagnato da grandi difficoltà interne e da terribili guerre.
La nascita, a partire dal Veneto, di un’Europa che lasci spazio a nuove entità statali aiuterà a riscoprire le virtù della pace, del lavoro, del commercio e della tolleranza. Il processo di autodeterminazione dei veneti sarà allora un passo importante verso un’Europa migliore e gli uomini di buona volontà devono impegnarsi affinché il processo elettorale che porterà al referendum sull’indipendenza avvenga senza tensioni e all’insegna del massimo rispetto tra tutte le parti coinvolte.
(versione in lingua italiana a cura di Carlo Lottieri)
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