mercoledì 26 giugno 2013

L’Italia non c’è più e i sindaci possono metterla sotto scacco.

Fonte: " L'Indipendenza"


di FABRIZIO DAL COL

Tanto tuonò che piovve… la rivolta dei Comuni. Il tempo trascorre inesorabile e i Comuni sono ogni giorno costretti a rifare i conti a causa dell’asfissiante burocrazia aggiuntiva partorita dal governo Monti che, ironia della sorte, è proprio quel governo tecnico che si era impegnato a eliminare proprio le gabelle burocratiche di cui oggi sono vittime i Sindaci. Così, i primi Cittadini si ritrovano abbandonati da uno Stato che ora è diventato il nemico principale, quando invece, davanti ad una crisi economica che morde e che non da segni di ripartenza, dovrebbe proprio essere esso stesso a preoccuparsi degli Enti locali, e invece ha preferito letteralmente continuare a spolpare le ultime risorse disponibili sul territorio. I Comuni, però, sono arrivati al giro di boa e si ritrovano a dover aumentare le tasse locali per cercare di garantire almeno un minimo di servizi al Cittadino, come però sappiamo gli enti locali non hanno potere impositivo e legislativo, ragion per cui, gli è solo consentito di incassare al massimo tre o quattro tributi: la pubblicità, I’IMU  che però è inferiore all’ICI di una volta, la Tarsu, le addizionali comunal, e le sanzioni amministrative ivi comprese le violazioni stradali. Imposte molto ridotte rispetto al passato, imposte che oggi sono anche in parte bloccate nei patti di stabilità per  garantire l’Unione Europea sugli impegni presi dallo Stato italiano a Bruxelles.
Insomma, durante la campagna elettorale per le elezioni politiche, i partiti si erano impegnati a rimodulare e a rivedere le condizioni di bilancio dei Comuni, ma alla luce dei fatti di quelle promesse non si è visto ancora nulla e si sono dimostrate così le solite bufale. Come già sappiamo, il governo ora non è più in grado di fare un bel nulla, salvo aspettare che l’ Europa si convinca delle necessità di farci sforare il tetto del 3% sul fiscal compact per poter sperare che la ripartenza economica diventi subito un fatto concreto. Ma in attesa che ciò si avveri, e sottolineiamo si avveri, i Sindaci rimangono condannati a subire di tutto e di più proprio dai Cittadini che necessitano dei servizi essenziali, come ad esempio quelli legati alle persone anziane e quelli dedicati alle persone che necessitano di aiuti temporanei nei propri domicili.
Ecco che, davanti ad una situazione che rischia di divenire esplosiva in breve tempo, i Sindaci potrebbero ora rifondare il movimento dei Sindaci nato nel 1993, solo che oggi gli obbiettivi politici dovrebbero essere inevitabilmente diversi da quelli del 1993. Ma cosa potrebbe fare oggi questo nuovo movimento dei Sindaci? Certamente molto di più di quello che fece il suo alter ego del passato, e dato che lo scenario politico è molto differente da quello degli anni ’90, con i primi Cittadini che non hanno più nessuna intenzione di continuare a rimetterci la faccia per colpa dei partiti che rappresentano, sarà facile che possano anche creare un coordinamento nazionale capace  di mettere in mora l’Italia, oppure anche di invocare  il commissariamento di tutto il governo. Insomma, l’unico baluardo certo in cui i Cittadini si possono ancora fidare sono proprio i Comuni, e se la battaglia verrà messa in atto non potrà che essere  una battaglia finale. Se i Sindaci vorranno dimostrare di essere capaci di riscattarsi e di non essere stati solo al soldo dei partiti che fino a ieri hanno rappresentato, ebbene questo è l’unico momento  democratico ancora rimasto, e sarebbe una vera conquista per tutti i Cittadini oggi più che mai desiderosi di riappropriarsi dei propri diritti.

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